"Uomini Neri", Guido Barbazza, Magenes editore, 2013.
Guido Barbazza, autore dell’avventuroso romanzo di Uomini Neri, ha preferito un finale più spettacolare, drammatico, sullo sfondo dei tanti verdiblu dell’Oceano Indiano, per una nave che nella realtà è stata smantellata senza sentimento. Perché una nave è una piccola comunità di uomini e donne e non si può smembrare senza dedicare un pensiero alle mille storie intessute nei suoi spazi, fra i suoi corridoi, che scorrono come sangue nei tubi ferrosi che la percorrono dalla plancia alle macchine. Perché anche va fatta un po’ di luce sul lavoro degli uomini neri, sporchi di grasso e dominatori di motori, che nel cuore della nave vivono facendola vivere. I macchinisti.
Meravigliosamente intenso quindi il contrasto che deriva dalla scelta dell’Autore di entrate fin nel “cuore” della nave per ...
Guido Barbazza, autore dell’avventuroso romanzo di Uomini Neri, ha preferito un finale più spettacolare, drammatico, sullo sfondo dei tanti verdiblu dell’Oceano Indiano, per una nave che nella realtà è stata smantellata senza sentimento. Perché una nave è una piccola comunità di uomini e donne e non si può smembrare senza dedicare un pensiero alle mille storie intessute nei suoi spazi, fra i suoi corridoi, che scorrono come sangue nei tubi ferrosi che la percorrono dalla plancia alle macchine. Perché anche va fatta un po’ di luce sul lavoro degli uomini neri, sporchi di grasso e dominatori di motori, che nel cuore della nave vivono facendola vivere. I macchinisti.
Meravigliosamente intenso quindi il contrasto che deriva dalla scelta dell’Autore di entrate fin nel “cuore” della nave per ...
restituire descrizioni curate non solo dell’effettiva costituzione fisica della nave (le note a piè di pagina si possono sorvolare per farsi trasportare meglio dalle “correnti” della lettura), ma anche dell’intero microcosmo fatto di uomini, di stretti passaggi, dall’atmosfera “piena” di umido, di caldo, di grasso e di ferro. Questo senso di entrare nel profondo di “qualche cosa” è enfatizzato fra l'altro dall’immagine opposta delle divise candide costellate di gradi dorati e dai passeggeri colti e benestanti che invece “abitano” i “ponti” ventilati e scrutano gli orizzonti.
Poi c’è il naufragio. Ci viene in mente Titanic e si risente quella tensione, si rivedono le immagini così ben ideate dal regista James Cameron. Momento non nuovo ma altrettanto intenso. L’Autore non molla il lettore, né durante il naufragio né per tutto il romanzo. Non c’è tregua e quando si pensa che si è arrivati a conclusione - la Love Boat è affondata e i naufraghi sono dispersi su una zattera nella bruma marina - inizia un’altra storia, quella del direttore di macchina Primo Grosso che porta in salvo i superstiti. Al posto della nave ormai dimenticata emerge la caparbietà e il senso di responsabilità misto a volitività del Capitano, più nulla è lasciato al caso, tutto si spiega e “il cerchio si chiude”. Cambio di protagonisti e con esso rese visive ed emotive diverse potevano forse dare vita a due romanzi distinti.
Ad ogni modo unico e particolarmente riuscito è il momento prima del naufragio, quando la Love Boat tenta la fuga dai somali: il comandante con l’aiuto degli "uomini neri" tenta il tutto per tutto spiazzando i pirati. Mentre durante il naufragio ci si aspetta il peggio, qui si fa il tifo e si può sperare in risvolti inattesi. Poesia sublime è anche la coppia Amina e Mantero che restituiscono la stessa sensazione che si prova di fronte ad Amore e Psiche di Canova, belli e leggiadri. Non mancano poi riferimenti all’attualità, come lo sbarco degli immigrati sulle coste siciliane o le elezioni del papa o altri eventi di questi ultimi recentissimi anni. Come non mancano momenti che mettono il sorriso. Quindi intenso e variegato è il mondo marittimo creato da Guido Barbazza.
Poi c’è il naufragio. Ci viene in mente Titanic e si risente quella tensione, si rivedono le immagini così ben ideate dal regista James Cameron. Momento non nuovo ma altrettanto intenso. L’Autore non molla il lettore, né durante il naufragio né per tutto il romanzo. Non c’è tregua e quando si pensa che si è arrivati a conclusione - la Love Boat è affondata e i naufraghi sono dispersi su una zattera nella bruma marina - inizia un’altra storia, quella del direttore di macchina Primo Grosso che porta in salvo i superstiti. Al posto della nave ormai dimenticata emerge la caparbietà e il senso di responsabilità misto a volitività del Capitano, più nulla è lasciato al caso, tutto si spiega e “il cerchio si chiude”. Cambio di protagonisti e con esso rese visive ed emotive diverse potevano forse dare vita a due romanzi distinti.
Ad ogni modo unico e particolarmente riuscito è il momento prima del naufragio, quando la Love Boat tenta la fuga dai somali: il comandante con l’aiuto degli "uomini neri" tenta il tutto per tutto spiazzando i pirati. Mentre durante il naufragio ci si aspetta il peggio, qui si fa il tifo e si può sperare in risvolti inattesi. Poesia sublime è anche la coppia Amina e Mantero che restituiscono la stessa sensazione che si prova di fronte ad Amore e Psiche di Canova, belli e leggiadri. Non mancano poi riferimenti all’attualità, come lo sbarco degli immigrati sulle coste siciliane o le elezioni del papa o altri eventi di questi ultimi recentissimi anni. Come non mancano momenti che mettono il sorriso. Quindi intenso e variegato è il mondo marittimo creato da Guido Barbazza.
Guido Barbazza è stato capitano poi ingegnere e ora è direttore di una società multinazionale nel settore industriale-marittimo. È autore dei libri Salvate il Generale! (Frilli), Il Diavolo all’Acqua-
santa (De Ferrari), Rewind (De Ferrari).